
Entrevista al Dr. Michele Taruffo (Universidad de Pavia, Italia). Sobre la importancia del Derecho Procesal
30 mayo, 2011
Sobre la importancia del Derecho Procesal
IPSO JURE tuvo oportunidad de entrevistar a uno de los profesores europeos más destacados del Derecho Procesal y a quien conocemos por su copiosa producción jurídica como legado al mundo contemporáneo.
IPSO JURE: Agradecemos a Ud., maestro Taruffo, su buena predisposición para con nuestra revista, luego de su exitosa visita a Lambayeque en el año 2009. Permítanos esta vez destacar algunos temas de importancia vinculados al Derecho Procesal. En su opinión, ¿cuál es la relevancia hoy de que una decisión judicial sea justa?
DR. MICHELLE TARUFFO: La giustizia della decisione è una necessità fondamentale in ogni sistema di amministrazione della giustizia, per varie ragioni. Nei sistemi moderni nei quali vige il principio di legalità la decisione deve fondarsi su una interpretazione ed applicazione corretta della regola di diritto in base alla quale il giudice risolve la controversia. Questa è una condizione necessaria di giustizia della decisione: un errore nella applicazione della legge viola i principi fondamentali dell’ordinamento, e quindi rende ingiusta la decisione. Più in generale, la società può avere fiducia nei giudici e nell’amministrazione della giustizia solo se risulta che le sentenze sono giuste in quanto rispettose del diritto. Se ciò non accade, e le decisioni dei giudici sono arbitrarie, casuali e prive di fondamento giuridico, viene meno uno dei fattori principali della convivenza e della coesione in una società moderna. In questa società, tutti i cittadini hanno il diritto a che le loro controversie, di qualunque natura, vengano decise, da qualunque giudice, in maniera giusta e legale. Se ciò non accade, la società regredisce ad uno stadio pre-moderno, in cui tutto il potere era nelle mani di un tiranno e i diritti in realtà non esistevano.
IJ: ¿Considera Ud. que establecer la verdad debe ser el objeto de todo proceso, esto es, podemos llegar a la verdad?
MT: La scoperta della verità dei fatti è una condizione necessaria della giustizia della sentenza, poichè nessuna norma di diritto -per quanto correttamente interpretata- può essere applicata validamente se i fatti sui quali si fonda la controversia non sono stati accertati in modo completo e veritiero. Per dirlo in sintesi: nessuna sentenza è giusta se si fonda sui fatti sbagliati. Quindi l’accertamento della verità va configurato come uno degli scopi (non l’unico) del processo, se si vuole che questo si concluda con una decisione giusta. Questa affermazione si fonda su due premesse: a) nel processo è possibile stabilire la verità dei fatti, sulla base di una valutazione razionale di tutte le prove disponibili. I fatti rilevanti per la decisione (meglio: gli enunciati che li descrivono) possono essere veri o falsi: se vengono confermati dalle prove sono veri; se manca la conferma probatoria (o se prevalgono prove negative) sono falsi. Naturalmente quella che si accerta in base alle prove è una verità «relativa», non nel senso soggettivo per cui ognuno avrebbe una «sua» verità, ma nel senso oggettivo per cui -come ho già detto- l’accertamento della verità dipende dalle prove che sono state acquisite al giudizio. b) i processi non sono tutti uguali. Alcuni sono strutturati in modo da permettere e favorire l’accertamento della verità, mentre altri sono disciplinati in modo da ostacolare o impedire la ricerca della verità. Queste variazioni dipendono dall’esistenza di regole che limitano l’ammissione di prove rilevanti (come nel caso dei segreti) o predeterminano il valore delle prove (come nel caso delle regole di prova legale). Un processo è idoneo alla ricerca della verità se: ammette tutte le prove rilevanti; include il potere del giudice di disporre prove rilevanti non dedotte dalle parti; non include nessuna regola di prova legale.
IJ: En su posición, ¿resuelve el juez conforme a los hechos o al derecho, o conforme a las características particulares de cada caso?
MT: Il giudice è tenuto a decidere sulla base dei fatti di cui ha accertato la verità (o la falsità) in base alle prove disponibili, e in base ad una interpretazione ed applicazione corretta, ai fatti del singolo caso, della regola di diritto sostanziale che disciplina la fattispecie. Le circostanze particolari del singolo caso possono essere prese in considerazione per il giudizio sui fatti se costituiscono indizi utilizzabili come premesse da cui trarre conclusioni intorno alla verità o falsità di un fatto principale. Le circostanze che non svolgono questa funzione probatoria -ossia: che non sono logicamente rilevanti- non debbono essere prese in considerazione. Quanto al giudizio di diritto, il giudice può prendere in considerazione le circostanze del singolo caso se la norma giuridica che deve applicare nella decisione glielo consente, ossia quando vi sono margini di discrezionalità nell’interpretazione della norma, o quando questa contiene clausole generali (la cui interpretazione va riferita -appunto- alle peculiarità del singolo caso). Tuttavia, in nessun caso il giudice può decidere soltanto tendendo conto della specificità del caso particolare. Verità dei fatti e norme di diritto sono i parametri NECESSARI della decisione.
IJ: ¿Podemos establecer, Dr. Taruffo, una relación de orden entre prueba, verdad y decisión judicial?
MT: Esiste una relazione stretta fra prova, verità e decisione giudiziale. La prova è lo strumento (l’unico strumento) di cui il giudice si serve per accertare la verità o la falsità dei fatti che stanno alla base della controversia. Come ho già detto, l’accertamento della verità dei fatti è una condiziione necessaria della corretta applicazione della legge, e quindi della giustizia della decisione.
IJ: ¿Cuál es la importancia, en su opinión, de promover en la actualidad Maestrías y Doctorados de Derecho Procesal?
MT: La promozione di corsi di maestria e di dottorato in diritto processuale è importantissima allo scopo di approfondire e sviluppare la conoscenza «istituzionale» del diritto processuale che viene acquisita nei normali corsi universitari. L’amministrazione della giustizia implica conoscenze interdisciplinari (di logica, metodologia, epistemologia, diritto comparato, sociologia, psicologia) che all’università non possono essere conseguite. L’apprendimento di queste conoscenze si colloca meglio in corsi di maestria o di dottorato. Essi debbono essere diretti anche a giudici, fiscales e avvocati, poichè tutti questi soggetti sono protagonisti dell’amministrazione della giustizia nello stato moderno, e quindi debbono essere in grado di padroneggiare tutti gli strumenti culturali necessari.
IJ: Muchas gracias, Dr Taruffo.
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